Tutti in piedi, il film che sa scherzare con intelligenza sulla disabilità

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Interpretata e diretta da Franck Dubosc, la pellicola sarà nelle sale a partire dal 27 settembre.

Uscirà a fine settembre nelle sale italiane e promette di diventare un buon successo ai botteghini. “Tutti in piedi“, la nuova pellicola francese diretta ed interpretata da Franck Dubosc con Alexandra Lamy non solo è una commedia leggera ed irriverente, ma affronta una tematica delicata come l’umorismo sulla disabilità. In effetti non poteva essere che francese un film così ironico e dissacratorio sui molti luoghi comuni legati all’handicap.

Sui pregiudizi con cui vengono catalogati i disabili si ride e anche di gusto. Tutto si sviluppa sullo stile della classica commedia degli equivoci. Il protagonista ed impenitente seduttore Jocelyn un giorno si siede sulla carrozzina della madre di cui si è appena svolto il funerale e viene scambiato per paraplegico da una affascinante vicina, che di mestiere fa l’assistente domiciliare.

Incuriosito dalla situazione e colpito dalla donna, si finge realmente disabile, ma il suo giochetto gli prende la mano quando conosce Florence, la bella sorella della vicina. Florence è una disabile vera, in carrozzina a seguito di un incidente d’auto, che lo spiazza completamente. Finalmente Dubosc mostra una immagine delle persone in sedia rotelle per niente pietistica e molto più vicina alla realtà.
Jocelyn è il classico maschio alfa conquistatore, che non se fa scappare una. L’uomo, manco a dirlo, è un viziato imprenditore con azienda florida ed amante delle macchine di lusso. Si trova di fronte una donna vitale e vivace, piena di curiosità ed interessi. Quello che non riesce a reggere i ritmi rischierà di essere proprio lui. Jocelyn inizia una doppia vita una in carrozzina ed una “in piedi“.

Trailer Italiano

Dubosc ha raccontato di aver deciso di girare questo film in seguito ad una esperienza vissuta con l’anziana madre, che sie era ritrovata ad usare la carrozzina per poter riprendere ad uscire. La donna lo aveva fatto riflettere sulla doppia valenza di questo ausilio, che poteva essere un mezzo di libertà, ma anche un grosso limite a causa delle barriere architettoniche.
il regista ha anche ammesso di aver sempre voluto parlare di una storia d’amore tra persone caratterizzate da differenze non culturali né sociali, ma fisiche. Da sempre inoltre era incuriosito dall’idea di innamorarsi di una donna disabile e dalle sue possibili reazioni.

(blastingnews.com)

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