Pupazzi, cartoon e fumetti – La disabilità è cosa da eroi

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Nelle tv Usa arriva Julia, Muppet con disturbi psichici Da Daredavil a Legion, l’handicap vive nei «comics»

Si chiama Julia, ha quattro anni, capelli arancioni e grandi occhi verdi, incorniciati da folte sopracciglia nere. Dopo essere apparsa su una serie di filmati distribuiti su Youtube in marzo, lunedì scorso Julia ha fatto la sua prima apparizione in tv, nell’episodio 4715 di Sesame Street, lo storico programma per bambini con protagonisti i pupazzi Muppet di Jim Henson.
Anche Julia è una dei Muppets, e ha una caratteristica unica rispetto alla sua grande famiglia di stoffa: è autistica. L’ha inventata per un libro illustrato digitale l’autrice Leslie Kimmelman, che ha un figlio autistico, mentre ad animare il pupazzo di Julia in Sesame Street è Stacey Gordon, anche lei tra l’altro mamma di un ragazzino affetto da autismo. E le esperienze personali degli umani dietro le quinte di Julia sono servite a rendere più realistici i comportamenti del nuovo personaggio, accolto con entusiasmo dalle associazioni statunitensi di familiari di persone autistiche. Un’altra malattia che trova un suo testimonial nello show-business. Dove le disabilità più che limitare le possibilità umane diventano quasi materia da eroi.
E infatti gli handicap non mancano di affacciarsi anche nel mondo dei supereroi. Dove i poteri sono spesso l’altra faccia di problemi, disabilità e sofferenze, dai quali anzi talvolta derivano in via diretta.

La Marvel qualche anno fa ha pure introdotto nelle storie di Iron Man un paio di supereroi sordi, un uomo – Blue Ear – e una donna, Sapheara. Ma non serve nemmeno cercare personaggi come questi, creati ad hoc per sensibilizzare. Perché anche tra i protagonisti classici dell’universo dei supereroi ci sono ottimi esempi. Che dimostrano come anche il più grande superpotere può far superare i limiti della disabilità, ma non cancellarla. Anzi, certe volte l’handicap dell’eroe finisce per caratterizzare il personaggio che ne è affetto quasi più delle sue straordinarie capacità sovraumane.
C’è Thor, un dio, che però da comune mortale zoppica. E c’è Bruce Banner, cervellone contaminato dai raggi Gamma, che quando si trasforma in Hulk dimentica di essere uno scienziato e – se guadagna in forza e in verdura – non brilla esattamente per intelligenza. Deadpool, poi, ha sofferto per il cancro, e ne porta i segni sulla pelle come effetto collaterale dei suoi poteri di rigenerazione. Anche Matt MurdockDaredevil, fresco di 53esimo compleanno (ha esordito nella omonima collana nella primavera del 1964), è cieco, e anche lui ha perso la vista a causa di sostanze tossiche che però gli hanno anche donato i poteri e amplificato gli altri sensi.
E tra i disabili-iperabili non si può non citare, ancora dall’universo Marvel, Charles Xavier, alias Professor X, il «boss» degli X-Men, inchiodato su una sedia a rotelle nonostante i suoi formidabili poteri telepatici. Personaggio immancabile delle storie dei mutanti Marvel su carta o su grande schermo, il Professor X è anche padre di un altro «superdisabile». Parliamo di David Charles Haller, nato dalla relazione con l’israeliana Gabrielle Haller, ambasciatrice e sopravvissuta all’Olocausto. David è Legione, un mutante dai grandissimi poteri – protagonista recentemente anche di una fortunata serie tv – che racchiude in sé così tante personalità da essere di fatto schizofrenico, vista anche la difficoltà a controllare il proprio potere e a mantenere stabilità e la tendenza a perdersi nel labirinto di esistenze nascoste nel suo inconscio. Fragili eppure potenti più di ogni altro uomo. Feriti ma pronti a rialzarsi. Sulle pagine dei fumetti e non solo. Perché che la disabilità sia roba da declinare con la stoffa dell’eroe lo dimostrano, nel mondo reale, anche superumani come la tenace Bebe Vio o l’incredibile Alex Zanardi. Nati non dalla matita di Stan Lee, ma dalle rispettive mamme.

(il giornale.it)

Filosofia tra Disabili e Supereroi – Cosa c’entra Kill Bìll?

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​In Kill Bìll Vol.2 , poco prima dello scontro finale tra Beatrix e Bìll, Bìll fa un parallelismo tra i supereroi dei fumetti e la vita di Beatrix. In particolare si sofferma, più che sul disegno o i dialoghi, sulla filosofia dei personaggi. Per lui il fumetto con la filosofia più eccelsa, anzi unica, è quello di Superman.

Dice Bìll nel film:

L’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter-ego: Batman è di fatto Bruce Wayne, l’Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l’Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere: Superman non diventa Superman, Superman è nato Superman; quando Superman si sveglia al mattino è Superman.

È allora credo che si possa dire che lo stesso valga un po’ per le persone con disabilità: sì nel mondo ci sono tante persone dette speciali, che hanno tante caratteristiche importanti ma come Superman una persona con disabilità qnd si sveglia al mattino è speciale, non ha bisogno di indossare un costume per esserlo, lo è di suo. Ma allora chi è l’alter-ego di una persona con disabilità e quale costume indossa?

Dice ancora Bìll: 

“Quello che indossa come Kent, gli occhiali, l’abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi.” Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede.” 

L’alter-ego di una persona con disabilità è la società in cui vive, il suo costume è il modo in cui la società lo vede, il modo in cui costringe a vivere.

Ancora Bìll: 

“E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana.”

E allora com’è qst società? È poco inclusiva, discriminatoria e non attenta ai diritti delle persone più fragili.

Questo tipo di società è la manifestazione critica della mancanza di umanità.

“Four Energy Heroes”, il fumetto con protagonisti eroi ed eroine con e senza disabilità

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Nasce in Italia ma con titolo in inglese “Four Energy Heroes“, il fumetto con protagonisti eroi ed eroine con e senza disabilità. Il prodotto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Arte nel Cuore, associazione romana che promuove l’omonima Accademia e l’Oréal Italia, società leader nella cosmesi. I protagonisti sono: Pietro, su sedia a ruote che si muove alla velocità della luce ed  arriva in pochissimo tempo all’altro capo del mondo; Teresina, con sindrome di Down, ragazza cicciottella,  sagace, dal carisma contagioso e con la forza in corpo di mille balene; Milko, completamente sordo, assorto nel suo mondo immaginario, ma è il primo ad avvertire le richieste di aiuto; infine, c’è Marletta, personaggio senza alcuna disabilità, aspirante  cantante, dinamica, con un innato senso della comunicazione e il potere di leggere nel pensiero. Ajay, Tiziano, Emanuela e Anika sono invece gli allievi dell’Accademia, reali ispiratori di queste storie disegnate dal giovane illustratore Vicenzo Lomanto, i cui contenuti sono stati supervisionati dallo sceneggiatore Luigi Spagnol, supportato da Valeria Antonucci, allieva dell’Accademia con  sindrome di asperger e grande talento nella scrittura creativa. Milko, Pietro, Teresina e Marietta sono amici per la pelle e con il loro forte senso di giustizia e poteri incredibili magicamente acquisiti, decidono di aiutare i più deboli: Mino e Mara, figlio e mamma prigionieri dello spietato Amilcare…Come spiegato dal fumettista, la linea seguita nel realizzare le tavole è quella sintetica del fumetto classico, caratterizzato da forme non esagerate; colori acrilici molto forti rendono poi le immagini vive e reali. Nell’idea dell’Associazione Arte nel Cuore, Four Energy Heroes si pone come strumento educativo per le scuole poiché favorisce l’inclusione sociale delle diversità di cui ciascuno è portatore ed offre nuove opportunità di lavoro per giovani con e senza disabilità. Per leggere e scaricare il numero zero del fumetto: www.fourenergyheroes.it

Rimanendo sempre in tema di fumetti, segnaliamo “Disabill Kill”, libro dei due autori Tullio Boi e Pietro Vanessi, il cui sottotitolo spiega efficacemente la filosofia seguita per sua realizzazione, ovvero “Sorridere nella disabilità: dalla A alla Z“. Si tratta, come argomentato dagli stessi autori, di un misto di satira e riflessione sui temi della disabilità, sotto un’ottica sdrammatizzata, ma sempre attenta alle diverse sensibilità. Ecco dunque gli ingredienti di questo libro che ha già venduto oltre mille copie: due vignettisti, di uno con disabilità, che si confrontano sulle lettere dell’alfabeto, interpretando le parole chiave maggiormente utilizzate quando si tratta di disabilità. Staino che illustra la prefazione. I disegnatori Bozzetto, Vincino, Biani, Maramotti ed altri che offrono le proprie vignette alla “causa”.  A ratificare la validità della pubblicazione, ci sono i patrocini di associazioni di categoria rilevanti a livello nazionale, quali: FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e l’Associazione bolognese degli Amici di Luca. Per saperne di più: Tullio Boi – tullioboi@tiscali.it oppure Pietro Vanessi unavignetta@gmail.com

Infine, spostandoci all’estero, precisamente a Portsmouth, nella costa meridionale dell’Inghilterra, segnaliamo “Department of Ability“, fumetto ideato da Dan White, papà di Emily, una bambina di dieci anni con spina bifida.  Dan White crea dunque super eroi che non solo servono a far sorridere la sua piccola e a restituirle fiducia nelle sue potenzialità,  ma anche  a stimolare quanti vivono la disabilità come un peso e non come caratteristica dell’individuo. Nel fumetto la disabilità di ogni eroe diventa un super potere.  E’ questo il caso di Pawsy, un simpatico ghepardo con una protesi alla gamba che lo aiuta a correre più veloce di tutti quelli che incontra, o di Emily, eroina provvista di una sedia a ruote volante. L’autore del fumetto vorrebbe che le sue storie fossero spunto per realizzare una serie televisiva poiché, come lui stesso spiega, il mondo dello spettacolo, ancora oggi, assegna pochi ruoli sono a bambini con disabilità, se non, a volte,  per infondere un erroneo e fuorviante senso di compassione nel pubblico. Per approfondimenti: https://www.departmentofability.com/
(superabili.it)